La primavera inoltrata è il
periodo ideale per una bella vacanza anche se quest’anno, a dire il vero, si
sta rivelando una stagione piuttosto piovosa e capricciosa. Il lago Maggiore
fin da subito ci appare come la meta giusta per trascorrere un po’ di giorni di
svago e relax con due pargoli al seguito e per scoprire un altro angolo di
meraviglie di cui è ricca la nostra nazione. Prenotiamo con un certo anticipo
gli alberghi che ci ospiteranno nel nostro soggiorno sulla sponda piemontese
del lago, quella che ci sembra riservare più attrattive turistiche. Le
prime due notti pernotteremo in località Lesa, le successive due più a nord in
località Pallanza. Il lago Maggiore ha un elevato richiamo turistico anche all'estero, Francia e Germania in testa, motivo per cui i prezzi degli alloggi non
sono proprio popolari in particolare se, come noi, si preferisce rimanere lungo
il lago senza addentrarsi troppo nell'interno.
Arriviamo per ora di pranzo ad
Arona, punto di partenza del nostro tour. Una piacevole camminata lungolago, al
momento in fase di rifacimento, ci conduce a Piazza del Popolo fin quasi sotto
la Rocca Borromea, fortezza costruita a scopo difensivo attorno all'anno mille su
una falesia a picco sul lago. Distrutta dalle truppe napoleoniche, ne restano
solo alcune rovine a differenza della dirimpettaia rocca di Angera, il cui
imponente profilo si staglia sulla sponda opposta del lago. Affacciata sul lago
e con caratteristici palazzi che cingono la quattrocentesca Chiesa di Santa
Maria Loreto, Piazza del Popolo ci appare subito lo scenario appropriato per un
gustoso pranzetto. Ci fermiamo al “Ristorante del Barcaiolo”: ci attraggono il
menù pranzo a prezzi contenuti (nei giorni feriali), la vista lago e i tavolini
disposti sotto i portici del Broletto, il Palazzo di Giustizia risalente alla
fine del Trecento. La scelta si rivela azzeccata: deliziose portate sia di mare
che di terra e un ambiente family
friendly con attenzioni particolari e sevizi rivolti agli ospiti più
piccoli. Il modo migliore per iniziare il nostro viaggio.
Proseguiamo in direzione nord lungo la sponda occidentale del lago. Dopo pochi minuti di auto con una piccola deviazione arriviamo ai piedi del Sancarlone, nomignolo popolare con cui è chiamata la colossale statua dedicata all'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo santificato nel 1610. Innalzata sul finire del 1600, domina dall'alto di un colle con i suoi 35 metri di altezza che l’hanno resa la statua più alta del mondo fino alla costruzione della Statua della Libertà, progettata proprio sul modello del Sancarlone.
Pagando un biglietto di ingresso
si può raggiungere i piedi della statua e salire al suo interno. Ci
accontentiamo di ammirarla da lontano, una foto e via, si riparte lungo la
strada statale 33 in direzione della Villa Pallavicino, in località Stresa.
Il Parco della Villa Pallavicino è una delle attrattive principali del
Lago Maggiore. Un polmone di quasi 20 ettari di verde con piante secolari,
giardini botanici e viali alberati che consentono di spostarsi anche con i passeggini
(ma con consistenti tratti in salita!). Numerose specie animali, anche
esotiche, popolano una vasta area del parco. L’incontro ravvicinato con
caprette e cerbiatti ha rappresentato il momento di maggior divertimento per i
bambini, al pari della sosta gelato in uno dei bar presenti nel parco e delle
scorribande nell'area giochi dedicata.
Torniamo indietro di 6 km verso
Lesa e raggiungiamo l’hotel prenotato. Una breve passeggiata al tramonto, due
foto ricordo e poi una cena nella terrazza sul lago del ristorante
dell’albergo. Come primo giorno può bastare.
Il cielo nuvoloso non ferma il programma pianificato per il secondo
giorno che prevede il giro delle isole Borromee (Isola Bella, Isola Madre e
Isola Superiore) con partenza da Stresa. Consiglio di lasciare l’auto nelle
aree di parcheggio gratuite lungo la strada statale poco prima dell’imbarco,
piuttosto che nella piazza antistante dove la sosta è a pagamento e
niente affatto economica.
Un biglietto giornaliero di libera navigazione consente di visitare
autonomamente le tre isole sfruttando i servizi di linea che ogni 30 minuti circa
collegano suddette località. Salpiamo da Stresa alle 9.30 circa e in 5 minuti
siamo già ad Isola Bella. Con i fedeli passeggini al seguito sbarchiamo sulla terraferma
e capiamo che non avremo vita facile. Sebbene l’isola sia piuttosto piccola
(320 metri di lunghezza) è un continuo susseguirsi di scale, gradini e
saliscendi che rendono difficoltoso spostarsi con i passeggini. Raggiungiamo il
Palazzo Borromeo, che con gli annessi giardini occupa gran parte della
superficie dell’isola, la cui costruzione fu avviata nel 1632 da Carlo III
Borromeo per la moglie Isabella d’Adda. Per i successivi trecento anni questo palazzo di impronta barocca è stato oggetto di ampliamenti e modifiche che lo
hanno reso un gioiello di assoluto valore. Gli interni sontuosi, che offrono
stupefacenti affacci sul lago, accolgono arredi d’epoca e una inestimabile
collezione di opere d’arte della famiglia Borromeo: marmi, arazzi fiamminghi,
armature, dipinti e reperti archeologici arricchiscono gli ambienti del Palazzo
ottimamente inseriti in un percorso espositivo articolato su più piani. Non
mancano personaggi celebri e avvenimenti storici legati alle vicende del
palazzo. Qui nel 1797 soggiornò Napoleone con la moglie Giuseppina; nel 1935
per quattro giorni la Sala della Musica fu teatro dell’incontro tra Mussolini e
primi ministri di Francia e Regno Unito (la famosa Conferenza di Stresa) che
avrebbe dovuto evitare il rischio di una nuova guerra mondiale. Affascinanti le
grotte artificiali interamente rivestite di conchiglie attraverso le quali si
ha accesso ai giardini all'italiana, uno scenografico mosaico di terrazze
sovrapposte dove vivono in libertà alcuni pavoni bianchi.
Usciti dal palazzo, attraverso ripidi vicoli, raggiungiamo l’imbarco. Altri 5 minuti di navigazione e siamo sull'Isola Superiore, conosciuta come Isola dei Pescatori. È la più piccola delle Isole Borromee ma l’unica ad essere abitata tutto l’anno da una cinquantina di abitanti ancora in parte dediti, come indica chiaramente il nome dell’isola, alla pesca. In pochi minuti percorriamo il periplo dell’isola costellata da negozietti e numerosi ristoranti. Ci sediamo al “Covo dei pirati” attratti dalle specialità culinarie a base di pesce di lago. Portate squisite e abbondanti abbinate ad un servizio particolarmente attento verso i nostri bambini ci spingono a consigliare vivamente questo locale in riva al lago.
Intorno alle 14 ci spostiamo sull'Isola Madre, più lontana rispetto alle altre e raggiungibile in circa 20 minuti di traghetto. Una ripida scalinata ci accoglie appena sbarcati, superata la quale fortunatamente l’isola risulta piuttosto agevole da girare. Anche su questa isola sorge un Palazzo Borromeo edificato nel 1585 e circondato da uno dei giardini botanici più antichi d’Italia (l’accesso ai giardini e al palazzo è a pagamento con possibilità di biglietto cumulativo con il Palazzo Borromeo dell’Isola Bella). Le sale del Palazzo sono state allestite con arredi e oggetti provenienti da altre proprietà dei Borromeo, tra cui degna di nota una collezione di marionette e teatrini risalenti al XVII-XIX secolo. Splendido il giardino, anche questo disposto su più livelli, che tra piante secolari e specie vegetali rare ed esotiche regala emozionanti scorci panoramici sul lago.
Tornati nuovamente Stresa, prima
di tornare verso Lesa, facciamo una girata per le vie del centro allietandoci
con un buon gelato.
Il giorno seguente ci congediamo
da Lesa e imbocchiamo la consueta Statale 33 in direzione Pallanza. Strada
facendo ci fermiamo a Baveno prima, per una visita al complesso composto dal
Battistero e dalla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, e Feriolo poi per poi
giungere in tarda mattinata a Intra. Partendo dalla Basilica di San Vittore
girovaghiamo per i vicoli che scendono verso il lungolago di questa vivace
cittadina che insieme alla frazioni di Suna e Pallanza dà vita al comune di
Verbania. Il vecchio imbarcadero in ferro battuto con forme stilistiche liberty
e neoclassiche, trasformato nel ristorante-pizzeria “Al veliero” con terrazza
sul lago, ci appare fin da subito la soluzione più stuzzicante per il pranzo. Constatiamo
con piacere che alla suggestiva location si accompagna uno staff cordiale e una
buona pizza.
Il pomeriggio è dedicato ai
giardini botanici di Villa Taranto a Pallanza, 16 ettari di natura che da
aprile ad ottobre regalano splendide fioriture in riva al lago. Un percorso
guidato conduce alla scoperta di questo paradiso creato nel 1940 da Neil Mc
Eacharn, scozzese di nascita e grande appassionato di botanica. Importando e
coltivando semi e piante da ogni angolo di mondo trasformò la sua proprietà in
una meravigliosa attrattiva di particolare interesse sia dal punto di vista
botanico che estetico. Alla sua morte i giardini furono donati allo Stato
italiano a patto che fosse dato un seguito alla sua opera e ne fosse garantita al
pubblico la piena fruibilità. Almeno due ore di full immersion sono richiesti per “tuffarsi” in questo mare di
verde e colori, in un susseguirsi di viali alberati, splendide bordature,
giardini terrazzati, serre e fontane: un piacere per gli occhi e per la mente. Una
lieve pioggerellina interrompe la nostra idilliaca alienazione naturalistica, ci
affrettiamo a raggiungere l’auto e ci spostiamo verso il centro di Pollenza. In
pochi minuti il sole torna a fare capolino tra le nuvole, due passi in riva al
lago e una sosta ai giardini per far giocare i bambini prima di recarci in
albergo.
Il penultimo giorno è dedicato alla scoperta del tratto più settentrionale della sponda ovest del lago. I resti dei castelli sugli isolotti antistanti Cannero Riviera, la cui suggestione sarebbe notevole se non fosse per la presenza di una gru ciclopica sul più grande dei due, e il gradevole paese di Cannobio sono le tappe di avvicinamento verso il confine con la Svizzera. Una volta oltrepassato, si entra nel Canton Ticino e Locarno è a un tiro di schioppo. Lasciata l’auto non lontana dalla città vecchia, scendiamo verso Piazza Grande dove un mercato anima quello che è il cuore della vita cittadina. Uno spuntino veloce a costi non certo irrisori nei pressi della torre civica e poi via al Castello Visconteo risalente al XIII secolo. La visita del fortilizio si rivela particolarmente interessante sia per la sezione archeologica ospitata al piano terra sia per il percorso attraverso gli ambienti storici del castello. Concludiamo il giro in città dando uno sguardo alla zona lungolago per poi fare rientro a Pallanza.
Eccoci giunti all'ultimo giorno
del nostro tour. E’ una giornata splendida, raggiungiamo Intra per imbarcarci con
auto al seguito sul traghetto che ci condurrà comodamente e velocemente (20
minuti) a Laveno sulla sponda opposta del lago Maggiore. Da Laveno si gode di
un seducente panorama che fonde in un’unica cartolina acqua terra e cielo.
L’Eremo di Santa Caterina del
Sasso è uno dei gioielli del Lago Maggiore. Fatto costruire nel XII secolo dal
mercante locale Alberto Besozzi come ringraziamento per essere scampato ad un
nubifragio, nel corso dei secoli il monastero ha visto alternarsi al suo
interno comunità di Domenicani, Carmelitani, Ambrosiani e Benedettini. L’eremo
sorge in un contesto dal sapore incantato, incastonato in una parete rocciosa a
picco sul lago, raggiungibile attraverso una scalinata di 270 gradini o più
comodamente con un ascensore (si può arrivare anche via mare).
Pranzo ad Angera al “Miralago pizza e cucina” che offe una incantevole veduta su Arona. Il tempo stringe, a malincuore rinunciamo alla visita della Rocca di Angera e imbocchiamo la strada verso casa.
Cinque giorni passati in fretta, troppo in fretta, come sempre
succede quando sei con le persone giusto nel posto giusto.
Copyright ©2016“Firenze anda e rianda” by Iacopo Fortini. Tutti i diritti riservati. All rights reserved
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