sabato 27 febbraio 2016

Le Cappelle Medicee: quando l'arte diventa l'antidoto della morte

A distanza di qualche anno torno a far visita alle Cappelle Medicee, in occasione della commemorazione annuale dell’ultima discendente di casa Medici, l’Elettrice Palatina, a cui ho dedicato questo post. Luogo di sepoltura per eccellenza dei Signori di Firenze, le Cappelle Medicee fanno parte del complesso monumentale di San Lorenzo che comprende la basilica con la sagrestia vecchia e il tesoro, la biblioteca Medicea Laurenziana, i chiostri e l’archivio capitolare. Un complesso strettamente legato alle vicende della casata dei Medici che fece di San Lorenzo la chiesa di famiglia dove celebrare le principali funzioni religiose che scandirono gli oltre tre secoli della loro storia. 


Il museo delle Cappelle Medicee è a sua volta articolato in una serie di ambienti: la Cripta, la Cappella dei Principi e la Sagrestia Nuova.
La Cripta, a forma ottagonale con robusti pilastri che sorreggono basse volte, è il primo ambiente a cui si accede dopo l’ingresso. Progettata dal Buontalenti, è il luogo di sepoltura di una cinquantina di esponenti della famiglia granducale medicea le cui spoglie sono segnalate da lastre tombali marmoree presenti sul pavimento. Una incisione di dimensioni ragguardevoli ci ricorda come le salme furono collocate nella cripta nel 1791 dal Granduca Ferdinando III di Lorena e la disposizione attuale voluta da Leopoldo II di Lorena tra il 1857 e il 1858. 

Modello ligneo della Cappella di Ferdinando Ruggieri



















Una statua in bronzo, opera di Alfonso Boninsegni, rende invece omaggio all'Elettrice Palatina le cui spoglie riposano in questo luogo.
Al centro della cripta sono esposti una serie di preziosi reliquiari del Sei-Settecento, appartenenti alle collezioni del Tesoro della Basilica di San Lorenzo, contraddistinti da una raffinata quanto preziosa fattura.
Due rampe di scale danno accesso all'ambiente sovrastante la cripta, la cosiddetta Cappella dei Principi, il monumentale mausoleo a pianta ottagonale pensato da Cosimo I nel 1568 per dare il giusto lustro ai sepolcri di famiglia. Ma la costruzione iniziò solamente nel 1602 durante il granducato di Ferdinando I quando l’architetto Nigetti dette avvio ai lavori seguendo il disegno di Don Giovanni de’ Medici, il figlio di Cosimo I che vide in tal modo concretizzarsi il progetto paterno. La fastosità del piano decorativo della sala fungeva da emblema del prestigio mediceo. 



Le pareti, interamente ricoperte da marmi porfidi e graniti intarsiati con pietre dure e materiali pregiati quali alabastri, lapislazzuli, coralli e madreperle, sono il trionfo di quella tecnica di scuola locale chiamata “commesso fiorentino”. Ciò richiese l’impiego di maestranze altamente specializzate, tempi di esecuzione lunghissimi e costi di realizzazione esorbitanti. Delle statue dei granduchi, che il progetto iniziale concepiva nelle nicchie lungo le pareti, ne furono compiute solo due mentre i sottostanti sarcofagi non ospitarono mai le salme per le quali furono pensati.




La copertura della sala con una maestosa cupola illuminata da otto finestroni fu portata a termine dall'Elettrice Palatina mentre la decorazione, con scene dell’Antico e Nuovo Testamento di Pietro Benvenuti, si deve alla dinastia Lorenese.


Ormai da 16 anni la Cappella è interessata dalla presenza di ponteggi che nascondono parzialmente la visione d’insieme dell’ambiente. È in corso d’opera (e forse quasi giunto al termine) un eccezionale intervento di consolidamento strutturale e di restauro del paramento marmoreo della Cappella considerato, dagli addetti ai lavori, uno dei più importanti dell’ultimo ventennio nonché esperienza pilota per le complesse metodologie adottate.
Dietro l’altare due vani nascondono il tesoro di San Lorenzo composto da preziosi reliquiari, vasi di cristallo di rocca e paramenti liturgici donati da Papa Leone X. 

Bandinella di Leone X

A quest’ultimo si deve anche la commissione della Sagrestia Nuova, edificata tra il 1520 e il 1534 da Michelangelo ricalcando la pianta della Sagrestia Vecchia, opera del Brunelleschi. Lo spazio, coperto da una cupola cassettonata, è articolato attraverso l’uso di elementi architettonici in pietra serena che animano le bianche pareti intonacate su cui sono addossate le tombe di alcuni esponenti della famiglia Medici: Lorenzo il Magnifico e il fratello Giuliano de’ Medici, Lorenzo Duca di Urbino e Giuliano Duca di Nemours.



Opera di Michelangelo sono anche le statue che animano, con una composizione simmetrica, i sepolcri dei due duchi ai lati opposti della Sagrestia. Giuliano in veste di condottiero con il bastone del comando in mano sovrasta il sarcofago che accoglie le sue spoglie su cui sono adagiate le statue allegoriche del Giorno e delle Notte; Lorenzo, in atteggiamento pensieroso, troneggia all'interno di una edicola sulle personificazioni dell’Aurora e del Crepuscolo. Le figure allegorie hanno corpi possenti, muscolosi, animati da torsioni e con parti non-finite. Simboleggiano l’inesorabile scorrere del tempo a cui nemmeno i più potenti si possono sottrarre: il perpetuo ricordo della loro magnificenza è affidato all'eternità dell’arte.



Coronamento della lanterna della Sagrestia Nuova

Trasferitosi a Roma, l’artista non portò a compimento i monumenti funerari. Lorenzo e Giuliano de’ Medici riposano in una semplice sarcofago a forma di cassa su cui furono posti dal Vasari la Madonna con il bambino, concepita e realizzata da Michelangelo per essere ammirata al centro della Sagrestia, e i Santi Cosma e Damiano opera di allievi del Buonarroti.
Sulle pareti dell’abside, dietro l’altare, sono visibili degli schizzi di disegni attribuibili ai collaboratori di Michelangelo. Disegni realizzati direttamente dalla mano del maestro sono conservati in un piccolo vano al di sotto dell’abside, purtroppo non visitabile per motivi di conservazione.



Dove: Piazza Madonna degli Aldobrandini, 6 - Firenze
Quando: dal lunedì alla domenica con orario ore 8,15 – 13,50 (chiusura biglietteria ore 13,20). Ingresso gratuito la prima domenica del mese; chiuso la 2° e 4° domenica di ogni mese e il 1°, 3° e 5° lunedì di ogni mese.
Costo: biglietto intero € 6,00, ridotto € 3,00


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