sabato 16 gennaio 2016

Firenze "nascosta". Il Cenacolo di Sant'Apollonia

Accanto alla Firenze dei grandi monumenti conosciuti in tutto il mondo e dei panorami mozzafiato vi è una Firenze poco conosciuta, per non dire sconosciuta, che vive spesso all'ombra delle bellezze da cartolina che abbagliano turisti e mass media. Ma non per questo meno importante e degna di quell’attenzione che il turista frettoloso o lo stesso fiorentino ignaro non le rivolgono. Un ventaglio di scrigni di arte e storia, diffusi a macchia di leopardo nel tessuto urbano, nonché preziose testimonianze del passato culturale e sociale della città attraverso i secoli.
Emblema di questa Firenze “nascosta” è la serie dei cenacoli presenti in città, vera e propria tradizione pittorica fiorentina diffusa a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento. Il cui accesso è del tutto gratuito.
Il termine "cenacolo" viene quindi utilizzato per indicare i dipinti che ritraggono l’Ultima cena consumata da Gesù con gli Apostoli, durante il quale fu istituito il sacramento dell’eucarestia e fu annunciato l’imminente tradimento da parte di uno dei commensali. La raffigurazione di questa scena sotto forma di tavole o affreschi divenne comune nella maggior parte dei refettori dei conventi, dove veniva in tal modo celebrato l’episodio evangelico sopra ricordato. Il significato di cenacolo finì quindi per essere esteso all’intero ambiente che conteneva tale decorazione divenendo sinonimo di refettorio.

Il Cenacolo di Sant’Apollonia è il primo cenacolo rinascimentale fiorentino, ubicato nel centro storico, lungo la direttrice che collega Piazza San Marco a Piazza della Indipendenza. La facciata esterna anonima, ravvivata dalla presenza di due bandiere e da una targa che identifica la presenza del cenacolo, non preannuncia la rilevanza degli ambienti a cui dà accesso. Il cenacolo era il refettorio del monastero delle Benedettine di Sant’Apollonia, fondato nel 1339 e situato tra le attuali Via San Gallo, Via XXVII Aprile e Via Santa Reparata. Durante i lavori di ampliamento che interessarono il monastero nel corso del Quattrocento fu costruito il cenacolo, una monumentale sala con soffitti a cassettoni e le pareti lunghe scandite da finestre poste ad altezze diverse.
Per la decorazione di questo ambiente fu incaricato uno dei massimi artisti rinascimentali fiorentini, Andrea del Castagno, che nel 1447 affrescò la parete di fondo del refettorio.
Per molti secoli il regime di clausura del monastero celò all’esterno il pregevole ciclo pittorico la cui “riscoperta” avvenne nel 1866 con la soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose e la conseguente confisca dei beni ecclesiastici da parte del Regno d’Italia.
Nel 1891 venne creato un piccolo museo, che inizialmente occupava una superficie inferiore all'attuale, per ospitare dei dipinti di pittori della scuola di Andrea del Castagno. Solo successivamente si articolò negli spazi ancora oggi visibili: ingresso, antirefettorio e refettorio. La chiesa del monastero è stata sconsacrata e viene impiegata come sala per conferenze; il resto del monastero non è più visitabile ed è divenuto proprietà dell'Università di Firenze e dell'Esercito Italiano.

Neri di Bicci - Madonna con bambino e Santi

Passando in dettaglio alla visita del Cenacolo, attraverso il vano di ingresso si accede all’antirefettorio, un ambiente in cui sono conservati dei dipinti quattrocenteschi un tempo custoditi all’interno del monastero: un affresco staccato con il tema della Crocifissione opera di Paolo Schiavo e due tavole di Neri di Bicci raffiguranti l’Incoronazione della Vergine e la Madonna col bambino e santi. In quest’ultima tavola, accanto alla Madonna seduta in trono alle prese con il bambino che allunga la mano sotto la veste della madre alla ricerca del seno, compare Santa Apollonia nell’iconografia classica che la ritrae con un paio di tenaglie che stringono un dente. La storia del martirio di Apollonia racconta infatti che alla donna, dopo essere stata catturata durante una sommossa anti-cristiana in Egitto, furono tolti tutti i denti con delle tenaglie. Pur di non pronunciare delle bestemmie si gettò nel fuoco e morì bruciata.

Paolo Schiavo - Crocifissione



Il refettorio costituisce il clou del museo e della visita. È qui che Andrea del Castagno ci ha lasciato in eredità un fulgido esempio della sua arte innovatrice. La parte superiore della parete è occupata dalla Crocefissione di Cristo al centro, dalla Deposizione a destra e dalla Resurrezione a sinistra. I tre episodi sono raffigurati senza soluzione di continuità, come una narrazione continua sottolineata dall'uniformità del paesaggio con l’unico elemento di divisione rappresentato dalle due grandi finestre ad arco. Quando nel 1953 questi affreschi furono staccati per motivi di conservazione vennero alla luce i disegni preparatori che oggi sono visibili sulla parete di fondo opposta.


Deposizione, Crocifissione e Resurrezione (affresco)

Deposizione, Crocifissione e Resurrezione (sinopia)


L’Ultima Cena occupa l’intera sezione inferiore della parete. È contenuta in uno spazio riccamente decorato, raffinato e razionale, dove ogni elemento architettonico è curato nel minimo dettaglio. La scena ha una  impostazione prospettica rigorosa, accentuata dall'effetto geometrico delle linee del pavimento e del soffitto.


Particolare di Gesù e Giuda
Estremamente realistiche sono le lastre marmoree che rivestono la parete frontale: quella screziata al centro, in corrispondenza della figura di Cristo, cattura lo sguardo sul punto focale della composizione pittorica. I personaggi sono tutti allineati al di là della tavola, frontalmente rispetto all'osservatore
Giuda è l’unico ad essere al lato opposto del tavolo, raffigurato di fianco. I volti degli apostoli sono espressivi, la gestualità delle mani e l’inclinazione delle teste imprime un solenne movimento all'insieme.



Nel cenacolo sono conservate anche altre opere di Andrea del Castagno dipinte a cavallo della metà del Quattrocento: una lunetta affrescata (e la sua sinopia) con il Cristo in pietà tra gli angeli, realizzata per il chiostro del monastero, una Crocifissione proveniente dal chiostro del convento di Santa Maria degli Angeli e la sinopia della Visione di San Girolamo tra le Sante Paola e Eustachio staccata dalla Basilica di Santissima Annunziata.

Andrea del Castagno - Crocifissione

Rimane ormai poco del contributo di Andrea del Castagno infuso nel sensazionale ciclo di affreschi con le Storie della Vergine che decorava la Cappella Maggiore della Chiesa di Sant’Egidio. Esso costituiva uno dei capolavori della pittura rinascimentale fiorentina alla cui esecuzione avevano collaborato Domenico Veneziano, Alessio Baldovinetti, Piero della Francesca e Giusto d’Andrea. Andato distrutto durante i rifacimenti in stile barocco della chiesa, i pochi frammenti rimasti sono conservati nel refettorio.

Accanto all'ingresso una targa esprime gratitudine a Hanna Kiel, storica dell'arte tedesca adottata da Firenze alla cui generosità si deve il restauro di alcune opere del Cenacolo gravemente danneggiate durante l'alluvione che colpì la città nel 1966.


Dove: Cenacolo di Sant'Apollonia - Via XXVII Aprile 1, Firenze 
Quando: da lunedì a domenica dalle ore 8.15 alle ore 13.50, eccetto 2° e 4° lunedì del mese e 1a, 3a, 5a domenica del mese. Chiuso: 1 Gennaio, 1 Maggio, Natale. 
Costo: Ingresso libero


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