Accanto
alla Firenze dei grandi monumenti conosciuti in tutto il mondo e dei
panorami mozzafiato vi è una Firenze poco conosciuta, per non dire
sconosciuta, che vive spesso all'ombra delle bellezze da cartolina
che abbagliano turisti e mass media. Ma non per questo meno
importante e degna di quell’attenzione che il turista frettoloso o
lo stesso fiorentino ignaro non le rivolgono. Un ventaglio di scrigni
di arte e storia, diffusi a macchia di leopardo nel tessuto urbano,
nonché preziose testimonianze del passato culturale e sociale della
città attraverso i secoli.
Emblema
di questa Firenze “nascosta” è la serie dei cenacoli presenti in
città, vera e propria tradizione pittorica fiorentina diffusa a
cavallo tra il Trecento e il Quattrocento. Il cui accesso è del
tutto gratuito.
Il
termine "cenacolo" viene quindi utilizzato per indicare i
dipinti che ritraggono l’Ultima cena consumata da Gesù con gli
Apostoli, durante il quale fu istituito il sacramento dell’eucarestia
e fu annunciato l’imminente tradimento da parte di uno dei
commensali. La raffigurazione di questa scena sotto forma di tavole o
affreschi divenne comune nella maggior parte dei refettori dei
conventi, dove veniva in tal modo celebrato l’episodio evangelico
sopra ricordato. Il significato di cenacolo finì quindi per essere
esteso all’intero ambiente che conteneva tale decorazione divenendo
sinonimo di refettorio.
Il
Cenacolo di Sant’Apollonia è il primo cenacolo rinascimentale
fiorentino, ubicato nel centro storico, lungo la direttrice che collega
Piazza San Marco a Piazza della Indipendenza. La facciata esterna
anonima, ravvivata dalla presenza di due bandiere e da una targa che
identifica la presenza del cenacolo, non preannuncia la rilevanza
degli ambienti a cui dà accesso. Il cenacolo era il refettorio del
monastero delle Benedettine di Sant’Apollonia, fondato nel 1339 e
situato tra le attuali Via San Gallo, Via XXVII Aprile e Via Santa
Reparata. Durante i lavori di ampliamento che interessarono il
monastero nel corso del Quattrocento fu costruito il cenacolo, una
monumentale sala con soffitti a cassettoni e le pareti lunghe
scandite da finestre poste ad altezze diverse.
Per
la decorazione di questo ambiente fu incaricato uno dei massimi
artisti rinascimentali fiorentini, Andrea del Castagno, che nel 1447
affrescò la parete di fondo del refettorio.
Per
molti secoli il regime di clausura del monastero celò all’esterno
il pregevole ciclo pittorico la cui “riscoperta” avvenne nel 1866
con la soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose e la
conseguente confisca dei beni ecclesiastici da parte del Regno
d’Italia.
Nel
1891 venne creato un piccolo museo, che inizialmente occupava una
superficie inferiore all'attuale, per ospitare dei dipinti di pittori della scuola di Andrea del Castagno. Solo successivamente si
articolò negli spazi ancora oggi visibili: ingresso, antirefettorio
e refettorio. La chiesa del monastero è stata sconsacrata e viene
impiegata come sala per conferenze; il resto del monastero non è più
visitabile ed è divenuto proprietà dell'Università di Firenze e
dell'Esercito Italiano.
Neri di Bicci - Madonna con bambino e Santi |
Passando
in dettaglio alla visita del Cenacolo, attraverso il vano di ingresso
si accede all’antirefettorio, un ambiente in cui sono conservati
dei dipinti quattrocenteschi un tempo custoditi all’interno del
monastero: un affresco staccato con il tema della Crocifissione opera
di Paolo Schiavo e due tavole di Neri di Bicci raffiguranti
l’Incoronazione della Vergine e la Madonna col bambino e santi. In
quest’ultima tavola, accanto alla Madonna seduta in trono alle
prese con il bambino che allunga la mano sotto la veste della madre
alla ricerca del seno, compare Santa Apollonia nell’iconografia
classica che la ritrae con un paio di tenaglie che stringono un
dente. La storia del martirio di Apollonia racconta infatti che alla
donna, dopo essere stata catturata durante una sommossa
anti-cristiana in Egitto, furono tolti tutti i denti con delle
tenaglie. Pur di non pronunciare delle bestemmie si gettò nel fuoco
e morì bruciata.
Il
refettorio costituisce il clou del museo e della visita. È qui che
Andrea del Castagno ci ha lasciato in eredità un fulgido esempio
della sua arte innovatrice. La parte superiore della parete è
occupata dalla Crocefissione di Cristo al centro, dalla Deposizione a
destra e dalla Resurrezione a sinistra. I tre episodi sono
raffigurati senza soluzione di continuità, come una narrazione
continua sottolineata dall'uniformità del paesaggio con l’unico
elemento di divisione rappresentato dalle due grandi finestre ad
arco. Quando nel 1953 questi affreschi furono staccati per motivi di
conservazione vennero alla luce i disegni preparatori che oggi sono
visibili sulla parete di fondo opposta.
L’Ultima
Cena occupa l’intera sezione inferiore della parete. È contenuta
in uno spazio riccamente decorato, raffinato e razionale, dove ogni
elemento architettonico è curato nel minimo dettaglio. La scena ha
una impostazione prospettica rigorosa, accentuata dall'effetto geometrico delle linee del pavimento e del soffitto.
Particolare di Gesù e Giuda |
Giuda è l’unico ad essere al lato
opposto del tavolo, raffigurato di fianco. I volti degli apostoli
sono espressivi, la gestualità delle mani e l’inclinazione delle
teste imprime un solenne movimento all'insieme.
Nel
cenacolo sono conservate anche altre opere di Andrea del Castagno
dipinte a cavallo della metà del Quattrocento: una lunetta
affrescata (e la sua sinopia) con il Cristo in pietà tra gli angeli,
realizzata per il chiostro del monastero, una Crocifissione
proveniente dal chiostro del convento di Santa Maria degli Angeli e
la sinopia della Visione di San Girolamo tra le Sante Paola e
Eustachio staccata dalla Basilica di Santissima Annunziata.
Accanto all'ingresso una targa esprime gratitudine a Hanna Kiel, storica dell'arte tedesca adottata da Firenze alla cui generosità si deve il restauro di alcune opere del Cenacolo gravemente danneggiate durante l'alluvione che colpì la città nel 1966.
Dove: Cenacolo di Sant'Apollonia - Via XXVII Aprile 1, Firenze
Quando: da lunedì a domenica dalle ore 8.15 alle ore 13.50, eccetto 2° e 4° lunedì del mese e 1a, 3a, 5a domenica del mese. Chiuso: 1 Gennaio, 1 Maggio, Natale.
Costo: Ingresso libero
Copyright©2016 “Firenze anda e rianda” by Iacopo Fortini. Tutti i diritti riservati. All rights reserved
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