mercoledì 12 aprile 2017

Firenze "nascosta" parte seconda. Il Cenacolo di Andrea del Sarto

Quartiere 2 di Firenze, periferia est. Una strada stretta perpendicolare alla ferrovia, a due passi dal cavalcavia di Piazza Alberti e adiacente al parco dell'ex manicomio di San Salvi. Qui al numero civico 16 si trova il cenacolo di Andrea del Sarto, all'interno del convento dei monaci benedettini vallombrosani passato intorno alla metà del 500 alle monache di San Giovanni Evangelista di Faenza e poi nel corso dell'800 divenuto museo a seguito della soppressione degli ordini monastici e dell'incameramento dei loro beni da parte dello Stato. 


Il convento, la cui costruzione risale al XI secolo, subì un notevole ampliamento agli inizi del 500 con la costruzione di un grande refettorio preceduto dalle sale della "cucina" e del "lavabo". La decorazione della parete di fondo del refettorio fu affidata nel 1511 ad Andrea del Sarto che, solo 16 anni più tardi, riuscì a portare a compimento l'opera con la rappresentazione dell'Ultima Cena.

 

Un affresco imponente, dalla spiccata vivacità comunicativa che ruota intorno alla centralità delle figure di Cristo e Giuda, seduto al suo fianco e non di spalle come da tradizione stilistica.
Nell'ampio salone del refettorio sono ospitate anche altre opere di Andrea del Sarto, risalenti per lo più al periodo giovanile, e tre dipinti del Pontormo del suo periodo di apprendistato nella bottega di Andrea.
 

L'ambiente del "lavabo" prende il nome dal solenne lavabo in pietra serena, scolpito da Giovanni da Verrazzano e decorato successivamente da Cosimo Gamberucci, dove i monaci si lavavano le mani prima di accedere al refettorio. Nella parete opposta al lavabo, le teche che ora ospitano piccoli dipinti erano un tempo il luogo di ricovero delle stoviglie utilizzate durante i pasti, cucinati nello spazio attiguo dove protagonista indiscusso è un monumentale camino.





Il lungo corridoio di accesso a questa trilogia di ambienti è stato trasformato in una piccola galleria di dipinti manieristi di artisti gravitanti nell'area fiorentina quali il Francianigio, Raffaellino del Garbo e Bugiardini. Menzione a parte meritano le due lunette con la rappresentazione di San Domenico e Santa Caterina opera di suor Plautilla Nelli, monaca dell'ordine domenicano vissuta nel '500 e conosciuta come la "prima donna pittrice di Firenze".




Dove: Via di San Salvi, 16 - Firenze
Quando: Martedì - Domenica con orario 8.15-13.50. Chiuso lunedì.
Costo: gratuito


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