La leggenda narra che nel lontano 18 Febbraio 1743 si abbatté su Firenze
un violento temporale. Il cielo avrebbe partecipato in questo modo al pianto e al
dolore della città tutta per la morte, avvenuta nello stesso giorno, di Anna Maria
Luisa de’ Medici l’ultima discendente del ramo granducale della casata regnante.
Quella che le cronache e i dipinti dell’epoca ritraggono come una donna
di raffinata bellezza e fascinoso stile fu una delle figure più rilevanti di
tutta la dinastia medicea e della storia di Firenze. Si deve infatti alla sua
mente illuminata e alla sua sconfinata saggezza se oggi Firenze è quella “perla”
ammirata e conosciuta in tutto il mondo per il suo patrimonio storico-artistico.
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di ripercorrerne la vita per
cogliere appieno la sua grandezza e tributarne i dovuti onori. Avvolgiamo il
nastro del tempo fino al 1677 quando Marguerite-Louise d’Orléans, la
capricciosa moglie di Cosimo III, dette alla luce a Firenze la sua secondogenita,
Anna Maria. Seconda di tre fratelli, Ferdinando e Gian Gastone, fu data in
sposa nel 1691 a Giovanni Guglielmo di Sassonia, uomo ricchissimo nonché di
alto prestigio grazie alla carica di Principe elettore palatino, assegnata nel
Sacro Romano Impero ad un collegio ristretto di sette membri a cui spettava
l’incarico di eleggere l’Imperatore.
Da qui il nome di “Elettrice palatina” con cui fu appellata da quel
momento Anna Maria che dopo il matrimonio si trasferì a Düsseldorf, presso la
corte di Guglielmo, dove fu accolta tra la passione per l’arte, la musica e la
lettura.
Un cordone ombelicale, fatto di ricordi e di una fitta corrispondenza
epistolare con amici e parenti fiorentini, la tenne saldamente legata alla
terra d’origine pur nella quiete e nella serenità conquistata in terra di Germania,
nonostante la sterilità le avesse impedito di avere figli.
Il legame con la sua città natale si ricompose nel 1717 quando, dopo la
morte del marito, tornò nella sua residenza a Palazzo Pitti dopo un’assenza
lunga 26 anni. Ma il destino della famiglia dei Medici era ormai già segnato.
Al pari della sorella, sia Ferdinando (morto nel 1713) che Gian Gastone non
avevano avuto figli dai loro rispettivi matrimoni e quando Cosimo III perì nel
1723 aveva visto ormai tramontato il desiderio di avere un erede dinastico.
La statua bronzea dell'Elettrice Palatina nelle Cappelle Medicee |
Nel luglio del 1737, pochi giorni dopo la morte di Gian Gastone, la Toscana
cessò definitivamente di essere sotto il governo dei Medici e passò in mano
austriaca, a quel Francesco III di Lorena fondatore con la moglie Maria Teresa
d’Austria della dinastia degli Asburgo-Lorena. Estromessa dalle manovre
politiche delle potenze europee per l’ascesa alla corona del Granducato di
Toscana, l’Elettrice Palatina visse gli ultimi sei anni di vita nell'appartamento a Palazzo Pitti dedicandosi alle sue collezioni e ad opere di mecenatismo. Alla
sua devozione per l’arte e la cultura si deve la stesura dell’atto che ha
decretato il destino di Firenze per gli anni a venire. A Vienna nell'ottobre del 1737 stipulò con i Lorena il cosiddetto “Patto di Famiglia”, un documento
giuridico con il quale sanciva Francesco di Lorena erede di tutti i beni di
proprietà della famiglia Medici ad una condizione: tutto ciò che sarebbe
servito “per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la
curiosità dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato e levato fuori dalla
Capitale e dallo Stato del Gran Ducato". Un atto di smisurato amore nei
confronti della sua città e del suo popolo che ha consentito la salvaguardia
dei tesori accumulati nei secoli dai propri antenati e grazie al quale ancora
oggi possiamo ammirare nel loro splendore la Galleria degli Uffizi, le Cappelle
Medicee, la Biblioteca Medicea Laurenziana o Palazzo Pitti.
La convenzione non riuscì comunque a salvaguardare il patrimonio mediceo
nella sua interezza. A farne le spese furono le collezioni di gioielli,
argenti, pizzi e damaschi smembrate o vendute dai Lorena. Ma ciò non toglie
alcunché all'importanza del “Patto” e alla intuizione lungimirante di una donna
desiderosa di ancorare indissolubilmente il patrimonio artistico-culturale al
luogo a cui apparteneva di diritto. L’Elettrice Palatina è un’antesignana di quel
concetto, consacrato dalla legislazione in tempi piuttosto recenti, per il
quale la valorizzazione, conservazione, tutela di un’opera d’arte non possono
prescindere dalla sua giusta contestualizzazione e dalla fruibilità di un vasto
pubblico.
A pieno diritto quindi la commemorazione dell'Elettrice palatina è
ufficialmente annoverata tra le ricorrenze e tradizioni popolari fiorentine che
ogni anno il Comune celebra.
La tomba di Anna Maria Luisa de' Medici con l'omaggio floreale deposto in occasione della sua commemorazione |
Per il giorno 18 febbraio le celebrazioni prevedono in mattinata la
sfilata del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina dal Palagio di Parte
Guelfa fino alle Cappelle Medicee dove, alla presenza delle autorità cittadine,
viene deposto un omaggio floreale sulla tomba di Anna Maria Luisa. Nell'occasione le Cappelle hanno accesso gratuito (rimando ad un altro post per il racconto
della mia visita alle Cappelle) al pari di Palazzo Vecchio, Museo Novecento,
Basilica di Santa Maria Novella, Cappella Brancacci e Museo del Bigallo. Palazzo
Pitti invece fa da sfondo ad un evento di rievocazione storica del personaggio,
con il pubblico che ha l’opportunità di incontrare Anna Maria Luisa de’ Medici
nella Sala di Bona della Galleria Palatina.
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