A
distanza esatta di quattro anni dal mio viaggio a Zanzibar, riemerge
impellente la voglia di una bella vacanza al caldo durante il piovoso
inverno nostrano. Solo che, a differenza di quell'ormai lontano
febbraio 2012, vi sono due “piccole” grandi differenze: una bimba
di tre anni e un bimbo di 20 mesi. Ebbene sì, da allora la famiglia
è raddoppiata. Ma un conto si sa è viaggiare in coppia, due vestiti
in valigia, passaporto in tasca e via, senza molte pretese e con
tanta voglia di star bene. Diverso è spostarsi, soprattutto su
distanze lunghe, con prole al seguito: un minimo di esigenze e orari
da rispettare, condizioni e norme igienico-sanitarie di cui tenere
conto, attrattive in linea con la loro età e una quantità di cose
da portarsi dietro per cui servirebbe la famosa borsa di Mary
Poppins. Naturale quindi che prima di decidere di affrontare questo
viaggio con i bambini, il loro primo vero viaggio e per di più non
proprio dietro l’angolo, sono trascorse settimane intere tra
cataloghi di viaggi sfogliati, riflessioni (“ma sarà il caso”),
ricerca di offerte nelle agenzie, dubbi amletici (“e se succede
che…”) e lettura di notizie utili su internet. Il web abbonda di
resoconti di viaggio di famiglie con bambini, esistono blog
specializzati con consigli utili e informazioni di ogni genere. I
racconti generalmente positivi in cui ci imbattiamo ci incitano alla
partenza ma finché un'esperienza non si prova sulla propria pelle
tutto rimane astratto e opinabile. E allora basta pensare, passo all'azione e con gesto fulmineo prenoto la vacanza. Si parte.
La
scelta ricade sulle Maldive per svariati motivi. Innanzitutto tra
gennaio e aprile il clima è ottimale, è la stagione più secca con
temperature intorno ai 30 gradi e precipitazioni quasi assenti.
Questo comporta che a livello turistico sia considerata alta
stagione, con costi più alti e richieste di prenotazioni maggiori.
Prima si prenota e maggiori sono le probabilità di trovare prezzi
migliori, con le tariffe che possono variare anche di settimana in
settimana. Altro elemento da non sottovalutare è che non sono
richieste vaccinazioni e non vi sono rischi di contrarre malattie
endemiche. Cercavamo una destinazione che fosse essenzialmente di
mare, senza particolari escursioni (vedi Zanzibar, Seychelles) che
amiamo tanto fare per evadere dalla classica vita di villaggio ma non
troppo compatibili con le nostre esigenze attuali.
Una
volta individuata la destinazione generica, il passo successivo è
scegliere l’isola. E qui tutto si fa molto semplice. Preso atto che
su molte isole l’accesso alle famiglie con bambini non è
consentito, sia su consiglio delle varie agenzie di viaggio che sulla
base delle indicazioni rintracciabili sul web la scelta si è
indirizzata fin da subito verso l'Alimathà Acquatic Resort. Quest’isola è interamente
occupata da un villaggio Bravo, con servizi e attività gestiti da
Alpitour, dove neonati e bambini sono i benvenuti. Sono previste una
serie di facilitazioni ad hoc tra cui seggioloni al ristorante,
lettini a cancelli nelle camere, disponibilità di braccioli e
giocattoli da spiaggia (secchielli, palette, formine) a cui si
aggiunge il servizio “Bravo Bimbo” con attività e giochi durante
tutta la giornata rivolti agli ospiti nella fascia di età 3-13 anni.
Per
la prenotazione del viaggio ci siamo affidati al sito Mondomaldive.it
che ci ha offerto il pacchetto vacanza (volo+trasferimenti+soggiorno)
previsto dal tour operator Alpitour a prezzo scontato rispetto a
quanto proposto da altre agenzie. Ho riscontrato un’ottima
professionalità e disponibilità oltre a grande competenza essendo
un’agenzia/portale internet gestito da persone che hanno una
passione e una conoscenza smisurata delle Maldive.
I
bambini fino a due anni viaggiano (senza posto assegnato sull'aereo) e soggiornano gratis, sopra tale età è applicata una riduzione del
60% rispetto alla quota intera del pacchetto.
Arriva
finalmente il giorno della partenza, bagagli già in auto ed
entusiasmo alle stelle. Ci pensa subito il figlio più piccolo a
spegnere gli ardori. È un po’ irrequieto, per scrupolo misuriamo
la febbre e sorpresa: ha 38! Con termometro e tachipirina in tasca
raggiungiamo Malpensa con un po’ di preoccupazione e con la
speranza che sia una cosa passeggera.
Veniamo
al volo. La compagnia aerea è la Neos del gruppo Alpitour. Come già
anticipato i bambini fino a due anni non hanno diritto al posto né
al pasto e viaggiano in collo ai genitori (se si vuole la culla è
necessario richiederla in fase di prenotazione). Dato che il volo è
piuttosto lungo (10 ore all'andata senza scali, 13 ore al ritorno
con scalo tecnico a Colombo in Sri Lanka) la situazione non è delle
più agevoli pertanto, in fase di check-in, abbiamo richiesto la
possibilità di avere un posto libero accanto ai tre seggiolini
assegnatici. Sia per il volo di andata che di ritorno la nostra
richiesta è stata soddisfatta nonostante l’aereo fosse quasi
completamente occupato. Tenere fermi e occupati due bambini piccoli e
piuttosto vivaci per tutte quelle ore è stata un’impresa ardua.
Soprattutto il viaggio di ritorno, diurno e più lungo, ci ha messo a
dura prova: la nostra scorta di cartoni animati, matite e quaderni,
caramelle, figurine e giornalini vari non sempre è riuscita ad
arginare la loro vitalità alternata a smania. Ma l’avevamo messo
in preventivo e una circostanza verso cui misurarsi era proprio
questa.
Per
il trasferimento dall'aeroporto di Malè ad Alimathà (e viceversa)
si hanno due possibilità: barca veloce o idrovolante. Il primo ha il
vantaggio del costo ridotto, il secondo quello del tempo minimo di
trasferimento (20 minuti). Noi abbiamo optato per la barca veloce che
richiede circa un’ora e mezzo di navigazione. Tenete presente che
le barche sono motoscafi con capienza di circa trenta persone, che il
mare non sempre è liscio come una tavola d’olio e pertanto non è
da escludere che si possa un po’ “ballare”. L’attracco delle
barche è proprio di fronte all'uscita dall'aeroporto e la
partenza avviene nel giro di pochi minuti dall'arrivo. Non sempre è
così per gli idrovolanti per il cui decollo spesso è necessario
attendere anche qualche ora. Per chi lo volesse, è possibile
modificare il trasferimento per il ritorno da barca a idrovolante
presso la reception dell’isola pagando un supplemento. La nostra
esperienza “marittima” dell’andata devo ammettere che non è
stata delle più agevoli. Sarà stata un po’ la fatica del viaggio
aereo, un po’ il caldo e un po’ i frequenti “salti” sulle
onde che hanno inizialmente reso i bambini insofferenti. Poi
fortunatamente il sonno ci è venuto in aiuto e, una volta
addormentati, il viaggio è proseguito senza patemi. Se il costo non
è un problema, forse l'idrovolante è la soluzione da preferire.
Accaldati
e stremati scendiamo dalla barca e la visione dal pontile dell’isola
ci riconcilia con il mondo: palme, sabbia bianchissima e un mare
turchese nel quale ti tufferesti ancora vestito e con lo zaino sulle
spalle.
Dopo
un rapido check-in alla reception prendiamo possesso del nostro beach
bungalow, spazioso e ben curato con letto matrimoniale, letto singolo
e lettino a cancelli. Attraverso una porta-finestra si accede alla
veranda privata con vista mare. Poche decine di metri di spiaggia
costellata da palme ci frappongono alla battigia. Il primo giorno ci
è stato assegnato il bungalow n. 54 poi, su nostra richiesta a
seguito di un disguido con la vicina di bungalow, ci siamo trasferiti
al n. 15. A nostro parere tale cambiamento ci ho giovato: la spiaggia
antistante i bungalow compresi tra il n. 15 e il n. 25 è la più
grande e più bella, vicina all'unico beach
bar presente e non troppo lontano dal ristorante. Essendo inoltre sul
lato tramonto dell'isola, la sera si assiste all'inappagabile
spettacolo del sole che si spegne nelle acque dell'Oceano Indiano. Si
è più vicini all'animazione ma questo non comporta rumori
eccessivi, si sente solo un po’ di musica in sottofondo. Dal n. 25
in poi l’isola è caratterizzata da piccole spiagge delimitate da
barriere antierosione e da una tranquillità pressoché totale.
Il
mare delle Maldive non ha certo bisogno di presentazioni né di elogi
da parte del sottoscritto. Mi preme solo sottolineare come l’acqua
sia particolarmente calda e bassa, ideale per i bambini; ogni tanto
vicino a riva può capitare di avvistare razze e pesci balestra ma il
vero spettacolo marino si ammira solo raggiungendo la barriera
corallina. Purtroppo non è così vicina a riva come speravo,
richiede una bella nuotata e l’utilizzo di pinne, senza le quali
nuotare alla Maldive è praticamente impossibile per le forti
correnti. Tenete presente che chi scrive preferisce di gran lunga
nuotare a piedi nudi, come ho spesso fatto in altre occasioni a giro
per il mondo. Ma in questo caso ho dovuto cedere e per circa 5$ al
giorno le ho noleggiate al centro diving
presente sull'isola. Anche durante le uscite snorkeling
organizzate dallo stesso centro diving
vi è l’obbligo di indossare le pinne.
Proprio
grazie alle escursioni snorkeling pomeridiane (dalle 15,15 alle 17,15
circa), proposte a prezzi accessibili dal centro diving,
siamo andati alla
scoperta delle meraviglie marine. Alternandosi, uno rimaneva con i
bambini mentre l'altro indossava maschera e pinne, abbiamo ammirato
la vivace e variopinta vita della barriera corallina, accompagnati
da
guide esperte
e con piacevoli navigazioni a bordo del dhoni, la tipica imbarcazione
maldiviana dal fondo piatto.
Delia Thila, Garfield discover Alimathà e la lingua di sabbia sono
tre uscite che ci sentiamo di consigliare. Lascerei perdere invece
Kuda Olugali mentre imperdibile è l'uscita notturna con tanto di
torce nei pressi del pontile dell'isola per una bella nuotata tra
carangidi, razze, squali pinna nera e squali nutrice. State
tranquilli, nessun pericolo. Solo emozioni impareggiabili e grande
suggestione.
Ogni
bungalow ha a disposizione due lettini numerati e un asciugamano da
spiaggia al giorno per persona. L’ombra è offerta naturalmente
dalla vegetazione, palme in primis, fin quasi a riva: un paesaggio da
cartolina e una comodità notevole per chi ha dei bambini piccoli. Il
sole picchia forte, le temperature in questo periodo sono
costantemente sui 30°C e un po' di refrigerio ogni tanto è
indispensabile. Nonostante abbondante crema solare 50 nostra figlia,
che ha pelle chiara ed estremamente sensibile, è stata interessata
da un esteso eritema solare sul busto comparso il primo giorno e
durato per tutta la vacanza.
Il
90% dell’isola è coperta da sabbia: dimenticatevi delle scarpe e
lasciate fare ciabatte e infradito. Si gira sempre scalzi, anche al
ristorante.
Durante
tutta la giornata dei simpatici animatori organizzano attività
ludiche per i bambini che culminano nella baby dance serale nel
teatro all'aperto che fa da sfondo anche agli spettacoli che
allietano il dopo cena dei più grandi.
Sull'isola
è presente giornalmente, in alcune fasce orarie, un dottore. Anche
se ne avremmo fatto volentieri a meno, abbiamo purtroppo usufruito
del servizio dato che la febbre che speravamo passeggera è durata in
realtà 4 giorni. Non dimenticate di portarvi una bella scorta di
medicine, tutto l'occorrente in caso di imprevisto. Non farei troppo
affidamento sulla dotazione medicinale presente nell'infermeria.
Nessun
problema invece alle orecchie che a causa del plancton,
particolarmente abbondante in queste acque tropicali, possono essere
soggette a fastidiose otiti. Dopo ogni bagno basta sciacquare il
condotto uditivo con acqua dolce e asciugare.
La
formula tutto incluso prevede, oltre ai pasti, bevande
analcoliche/alcoliche e snack (biscotti, tramezzini e pizza) servite
ai bar durante tutto il giorno (fino alle ore 24). I pasti sono
serviti ad orari fissi: colazione dalle 8,30 alle 10, il pranzo dalle
13 alle 14,30 e la cena dalle 20,30 alle 22. Non fatevi spaventare da
questi orari se anche i vostri bambini, come nel nostro caso, sono
abituati ad andare a tavola ben prima. Tutto è perfettamente in
sintonia con la vita del villaggio e non avrete difficoltà ad
allinearvi ai nuovi ritmi.
Il
ristorante è un bellissimo ambiente con vista mare e un eccellente
servizio buffet con una varietà di scelta per soddisfare tutte le
esigenze. Il cibo unisce ricette internazionali ad altre più
tipicamente italiane. Degna di nota la serata maldiviana durante la
quale è consigliato indossare un pareo in tipico stile locale (sia
uomini che donne) e le tavole sono imbandite con squisite specialità
culinarie della cucina maldiviana. Altra serata distintiva è quella
con dress code bianco e atmosfera romantica con cena a luci di
candela.
Una
menzione speciale va al personale maldiviano che lavora ad Alimathà.
Tutti molto cordiali e disponibili, sempre pronti a regalarti un
sorriso e a fare una carezza ai bambini.
Sull'isola
sono accettati sia euro, dollari che carte di credito. Al momento
dell'arrivo è richiesto il pagamento della “green tax”, una
tassa di 6 dollari al giorno per persona (bambini e neonati inclusi)
imposta dal governo maldiviano con lo scopo dichiarato (e speriamo
realizzato) di migliorare lo smaltimento dei rifiuti prodotti nei
resort e nelle altre isole.
In
conclusione, se mi chiedessero se le Maldive possono essere
considerate una meta di viaggio con bambini la mia risposta sarebbe
sicuramente positiva. E Alimathà l'isola ideale. La nostra è stata
un'esperienza piacevole nonostante il lungo viaggio, oggettivamente
molto faticoso, e tenuto conto degli imprevisti che non sono mancati.
Chissà cosa sarebbe stata questa vacanza se tutto fosse filato
liscio. Ma ahimè, dei contrattempi vanno messi in conto a maggior
ragione se si viaggia con dei pargoletti ma questo non modifica la
convinzione che se tornassimo indietro ripartiremmo senza alcuna
esitazione. Un viaggio che porteremo nel cuore per essere stato il
primo all'estero con i bimbi e per i ricordi che ci legano a quel
paradiso che ci ha riempito gli occhi per sette indimenticabili
giorni. E che ora si è trasformato in mal di... Maldive!
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