A
distanza di qualche anno torno a far visita alle Cappelle Medicee, in occasione
della commemorazione annuale dell’ultima discendente di casa Medici, l’Elettrice
Palatina, a cui ho dedicato questo post. Luogo di sepoltura per eccellenza dei
Signori di Firenze, le Cappelle Medicee fanno parte del complesso monumentale
di San Lorenzo che comprende la basilica con la sagrestia vecchia e il tesoro,
la biblioteca Medicea Laurenziana, i chiostri e l’archivio capitolare. Un
complesso strettamente legato alle vicende della casata dei Medici che fece di
San Lorenzo la chiesa di famiglia dove celebrare le principali funzioni
religiose che scandirono gli oltre tre secoli della loro storia.
Il
museo delle Cappelle Medicee è a sua volta articolato in una serie di ambienti:
la Cripta, la Cappella dei Principi e la Sagrestia Nuova.
La
Cripta, a forma ottagonale con robusti pilastri che sorreggono basse volte, è
il primo ambiente a cui si accede dopo l’ingresso. Progettata dal Buontalenti,
è il luogo di sepoltura di una cinquantina di esponenti della famiglia
granducale medicea le cui spoglie sono segnalate da lastre tombali marmoree
presenti sul pavimento. Una incisione di dimensioni ragguardevoli ci ricorda
come le salme furono collocate nella cripta nel 1791 dal Granduca Ferdinando
III di Lorena e la disposizione attuale voluta da Leopoldo II di Lorena tra il
1857 e il 1858.
Modello ligneo della Cappella di Ferdinando Ruggieri |
Una statua in bronzo, opera di Alfonso Boninsegni, rende invece
omaggio all'Elettrice Palatina le cui spoglie riposano in questo luogo.
Al
centro della cripta sono esposti una serie di preziosi reliquiari del
Sei-Settecento, appartenenti alle collezioni del Tesoro della Basilica di San
Lorenzo, contraddistinti da una raffinata quanto preziosa fattura.
Due
rampe di scale danno accesso all'ambiente sovrastante la cripta, la cosiddetta
Cappella dei Principi, il monumentale mausoleo a pianta ottagonale pensato da
Cosimo I nel 1568 per dare il giusto lustro ai sepolcri di famiglia. Ma la
costruzione iniziò solamente nel 1602 durante il granducato di Ferdinando I
quando l’architetto Nigetti dette avvio ai lavori seguendo il disegno di Don
Giovanni de’ Medici, il figlio di Cosimo I che vide in tal modo concretizzarsi
il progetto paterno. La fastosità del piano decorativo della sala fungeva da
emblema del prestigio mediceo.
Le pareti, interamente ricoperte da marmi
porfidi e graniti intarsiati con pietre dure e materiali pregiati quali alabastri,
lapislazzuli, coralli e madreperle, sono il trionfo di quella tecnica di scuola
locale chiamata “commesso fiorentino”. Ciò richiese l’impiego di maestranze
altamente specializzate, tempi di esecuzione lunghissimi e costi di
realizzazione esorbitanti. Delle statue dei granduchi, che il progetto iniziale
concepiva nelle nicchie lungo le pareti, ne furono compiute solo due mentre i sottostanti
sarcofagi non ospitarono mai le salme per le quali furono pensati.
La
copertura della sala con una maestosa cupola illuminata da otto finestroni fu
portata a termine dall'Elettrice Palatina mentre la decorazione, con scene
dell’Antico e Nuovo Testamento di Pietro Benvenuti, si deve alla dinastia
Lorenese.
Ormai
da 16 anni la Cappella è interessata dalla presenza di ponteggi che nascondono
parzialmente la visione d’insieme dell’ambiente. È in corso d’opera (e forse
quasi giunto al termine) un eccezionale intervento di consolidamento
strutturale e di restauro del paramento marmoreo della Cappella considerato,
dagli addetti ai lavori, uno dei più importanti dell’ultimo ventennio nonché
esperienza pilota per le complesse metodologie adottate.
Dietro
l’altare due vani nascondono il tesoro di San Lorenzo composto da preziosi
reliquiari, vasi di cristallo di rocca e paramenti liturgici donati da Papa Leone
X.
Bandinella di Leone X |
A
quest’ultimo si deve anche la commissione della Sagrestia Nuova, edificata tra il
1520 e il 1534 da Michelangelo ricalcando la pianta della Sagrestia Vecchia,
opera del Brunelleschi. Lo spazio, coperto da una cupola cassettonata, è
articolato attraverso l’uso di elementi architettonici in pietra serena che
animano le bianche pareti intonacate su cui sono addossate le tombe di alcuni esponenti
della famiglia Medici: Lorenzo il Magnifico e il fratello Giuliano de’ Medici,
Lorenzo Duca di Urbino e Giuliano Duca di Nemours.
Opera
di Michelangelo sono anche le statue che animano, con una composizione
simmetrica, i sepolcri dei due duchi ai lati opposti della Sagrestia. Giuliano
in veste di condottiero con il bastone del comando in mano sovrasta il
sarcofago che accoglie le sue spoglie su cui sono adagiate le statue
allegoriche del Giorno e delle Notte; Lorenzo, in atteggiamento pensieroso, troneggia all'interno di una edicola sulle personificazioni dell’Aurora e del Crepuscolo.
Le figure allegorie hanno corpi possenti, muscolosi, animati da torsioni e con
parti non-finite. Simboleggiano l’inesorabile scorrere del tempo a cui nemmeno
i più potenti si possono sottrarre: il perpetuo ricordo della loro magnificenza
è affidato all'eternità dell’arte.
Trasferitosi
a Roma, l’artista non portò a compimento i monumenti funerari. Lorenzo e
Giuliano de’ Medici riposano in una semplice sarcofago a forma di cassa su cui
furono posti dal Vasari la Madonna con il bambino, concepita e realizzata da
Michelangelo per essere ammirata al centro della Sagrestia, e i Santi Cosma e
Damiano opera di allievi del Buonarroti.
Sulle
pareti dell’abside, dietro l’altare, sono visibili degli schizzi di disegni
attribuibili ai collaboratori di Michelangelo. Disegni realizzati direttamente
dalla mano del maestro sono conservati in un piccolo vano al di sotto
dell’abside, purtroppo non visitabile per motivi di conservazione.
Dove: Piazza Madonna degli Aldobrandini, 6 - Firenze
Quando: dal lunedì alla domenica con orario ore 8,15 – 13,50
(chiusura biglietteria ore 13,20). Ingresso gratuito la prima domenica del
mese; chiuso la 2° e 4° domenica di ogni mese e il 1°, 3° e 5° lunedì di ogni
mese.
Costo: biglietto intero € 6,00, ridotto € 3,00
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