Nell'anno in cui in Italia si celebra il tema dell’alimentazione con l’evento più
rilevante a livello internazionale, l’Expo 2015 di cui parlo in questo post, non sorprende di certo il tema
di questa mostra che, proprio sotto il patrocinio della manifestazione appena
citata, celebra la sfera del cibo e di ciò che gli ruota intorno nel periodo
compreso tra il XV e XVII secolo.
Teatro
della mostra è la splendida Villa Medicea di Poggio a Caiano, la residenza
estiva della famiglia dei Medici fatta costruire in posizione dominante da Lorenzo
il Magnifico la cui morte, avvenuta 7 anni dopo l’inizio dei lavori, non gli
consentirà mai di vedere realizzata l’opera commissionata.
La
visita si snoda su due livelli paralleli: l’esposizione di oggetti d’uso e
soggetti pittorici da un lato, la visita nelle antiche cucine della villa
dall’altro.
Con
il primo livello si è inteso valorizzare il Museo della Natura Morta, una
collezione di circa 200 opere provenienti dalle collezioni medicee ospitata dal
2007 al secondo piano della villa, inserendo accanto alle opere già esposte
dipinti e manufatti a tema provenienti da altre istituzioni culturali o musei
quali il Bargello di Firenze. In particolare, le tre sezioni del percorso
espositivo rivolgono l’attenzione in successione sugli ambienti (le cucine), sui
protagonisti (i cuochi) e sugli arredi (le dispense).
Il secondo livello della visita rappresenta la vera
peculiarità della mostra poiché, dopo un lungo periodo di restauro e
manutenzione, sono rese eccezionalmente fruibili al pubblico le cosiddette
“cucine segrete” della villa. Tali ambienti, ospitati in un complesso esterno e
posto più basso rispetto alla villa, furono voluti da Cosimo II che divenuto
granduca all’età di diciannove anni aveva bisogno di ampi spazi per dare
ospitalità alla sua numerosa corte e per dare un giusto scenario alle feste e
banchetti di frequente organizzati nella residenza. Fu così deciso che le
cucine, dislocate tra piano terra e secondo piano, fossero “sacrificate” per
fare spazio a luoghi più consoni alla vita della casata reale. Il 20 settembre
1614 fu dato il via ai lavori di costruzione degli edifici che cinque anni più
tardi avrebbero ospitato la cucina comune per le esigenze culinarie della corte
(non più esistente) e la cucina segreta che provvedeva ai pasti della famiglia
reale.
Quest’ultima, detta anche “cucinone” è articolata in una serie di locali di servizio e conserva nell'ambiente principale un imponente camino, un forno, dei lunghi piani cottura e una dispensa. Il contesto, ormai privo degli arredi ed utensili di cui rimane unicamente traccia in un inventario del 1637, si manifesta in tutta la sua semplicità e funzionalità rivolta all'espletamento quotidiano dell’attività domestica di inizio Seicento.
Completano il complesso delle cucine un ampio cortile destinato alle macellazioni e il “passo della vivanda”, un lungo corridoio che garantiva il collegamento interno con la villa. Singolari tracce di un recente passato che si rivelano in questo corridoio sono le scritte sulle pareti risalenti all'epoca dell’ultimo conflitto mondiale, opera dei cittadini di Poggio a Caiano che utilizzarono la villa come rifugio, e le numerose casse di legno contenenti i ponteggi utilizzati per il restauro del Duomo di Firenze, proprietà del Ministero dei beni culturali ed ambientali attualmente non utilizzabili né alienabili.
La vicinanza a Firenze e la disponibilità di ampi spazi vuoti ha fatto sì che negli anni il passo della vivanda sia stato destinato a deposito non solo delle già citate impalcature, ma anche di numerosi oggetti di arte sacra danneggiati dall'alluvione che nel 1966 colpì la città del giglio. Dopo una lunga opera di restauro tali opere hanno lasciato il luogo di custodia per essere ricollocati nelle chiese fiorentine dalle quali originariamente provenivano.
La visita in pillole:Quest’ultima, detta anche “cucinone” è articolata in una serie di locali di servizio e conserva nell'ambiente principale un imponente camino, un forno, dei lunghi piani cottura e una dispensa. Il contesto, ormai privo degli arredi ed utensili di cui rimane unicamente traccia in un inventario del 1637, si manifesta in tutta la sua semplicità e funzionalità rivolta all'espletamento quotidiano dell’attività domestica di inizio Seicento.
Completano il complesso delle cucine un ampio cortile destinato alle macellazioni e il “passo della vivanda”, un lungo corridoio che garantiva il collegamento interno con la villa. Singolari tracce di un recente passato che si rivelano in questo corridoio sono le scritte sulle pareti risalenti all'epoca dell’ultimo conflitto mondiale, opera dei cittadini di Poggio a Caiano che utilizzarono la villa come rifugio, e le numerose casse di legno contenenti i ponteggi utilizzati per il restauro del Duomo di Firenze, proprietà del Ministero dei beni culturali ed ambientali attualmente non utilizzabili né alienabili.
La vicinanza a Firenze e la disponibilità di ampi spazi vuoti ha fatto sì che negli anni il passo della vivanda sia stato destinato a deposito non solo delle già citate impalcature, ma anche di numerosi oggetti di arte sacra danneggiati dall'alluvione che nel 1966 colpì la città del giglio. Dopo una lunga opera di restauro tali opere hanno lasciato il luogo di custodia per essere ricollocati nelle chiese fiorentine dalle quali originariamente provenivano.
Dove: Piazza de Medici 14, Poggio a Caiano (Prato)
Quando: Museo della natura morta - visite tutti i giorni con ingresso ogni ora dalle 9 alle 12 e dalle 14 in poi (il pomeriggio orario variabile a seconda dei mesi); cucine segrete – visite solamente il venerdì/sabato/domenica alle ore 10.30, 12.30, 14.30 e 16.00 con prenotazione obbligatoria
Costo: gratuito
Durata: un'ora circa
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