lunedì 28 dicembre 2015

Nel regno degli Antinori: visita delle Cantine nel Chianti Classico

Siamo nel cuore del Chianti, in località Bargino, un territorio conosciuto in tutto il mondo per i suoi incanti naturalistici, per le antiche tradizioni ed i suoi sapori genuini. Qui, a cavallo tra le provincie di Firenze e Siena, nasce e trionfa quella tradizione vinicola che può fregiarsi dell'appellativo “Classico” che ne riconosce la peculiarità territoriale e la primogenitura della produzione. E' il regno del Sangiovese e di un rigido disciplinare che, a tutela del marchio DOCG Chianti Classico, circoscrive alla suddetta zona il luogo di provenienza e di lavorazione delle uve.


Dalla via Cassia, porta di accesso a questo “nuovo mondo” Antinori, non si ha la percezione di cosa ci attende. Solo dopo aver attraversato il varco di accesso e aver raggiunto il parcheggio dedicato agli ospiti, si inizia ad intravedere, tra scale elicoidali ed enormi vetrate, la grandezza dell'opera. Grandezza riposta non solo nella complessità ed imponenza della struttura, ipogeo che si articola verticalmente per oltre venti metri, ma soprattutto nella perfetta integrazione con l'ambiente che la circonda, nell'uso sapiente dei materiali che la compongono e nella innovativa concezione che ne sta alla base. 





Sebbene l'impianto realizzativo abbia richiesto una profonda incisione nel ventre della collina che la ospita, questa architettura impatta in maniera minima sul territorio circostante e diventa un luogo armonico “in cui il passato sa aprirsi al futuro, con quel rispetto che, solo, può coniugare l'esperienza all'innovazione”. L'architetto Casamonti è riuscito abilmente a concretizzare, in sette anni di lavori, lo spirito che il Marchese Antinori aveva posto come fondamento del progetto: essere “monumentale e invisibile allo stesso tempo, un ossimoro e quindi una sfida” di portata internazionale.


L'impiego di pochi materiali - il cemento pigmentato, l'acciaio corten e il cotto dell'Impruneta - si sposa con la ricercatezza di un equilibrio cromatico tra le tinte calde dell'ocra, ruggine e mattone per un richiamo costante agli elementi naturali della terra, della campagna e del legno delle barriqueNiente è lasciato al caso in questo scrigno di storia, cultura e passioni inaugurato nell'ottobre del 2012 per un ritorno nel luogo di origine della famiglia Antinori, da dove ebbe origine quella tradizione che ormai da 630 anni li vede protagonisti nella ricerca dell'eccellenza nell'ambito della produzione vinicola.


La visita “barriccaia” è un percorso organizzato e guidato da un membro dello staff dell'azienda che nell'arco di un'ora e mezzo conduce alla scoperta della genesi del vino, dal grappolo alla bottiglia attraverso le singole fasi di lavorazione e i distinti luoghi che ne fanno da sfondo. Dalla diraspatura dei grappoli e selezione degli acini, dove il lavoro umano si unisce sapientemente a quello meccanico, alla vinificazione che sfruttando lo sviluppo in verticale della cantina avviene per gravità (senza l'utilizzo di pompe) per consentire l'integrità delle proprietà organolettiche dell'uva, passando per la fermentazione del mosto negli enormi tini di acciaio e l'affinamento in botti o barrique sotto le sinuose volte realizzate con mattoni incastrati senza l'uso di malte per favorire un'areazione interna del tutto naturale e costante, per finire con l'imbottigliamento e l'etichettatura che, ogni anno, interessa circa due milioni e mezzo di bottiglie.




Un'esperienza sensoriale a tutto tondo che sollecita non solo la vista l'udito ed il tatto ma anche l'olfatto, con i diversi aromi che permeano gli ambienti, ed il gusto con l'assaggio guidato di tre vini al termine della visita. La degustazione può proseguire nella “Bottega dei sapori” dove è possibile apprezzare un'ampia selezione dei vini più rappresentativi della produzione Antinori. Completano la struttura l'attiguo Auditorium, dove un cortometraggio racconta la Famiglia Antinori, uno spazio espositivo dove sono conservate le collezioni della famiglia e, sulla terrazza panoramica con affaccio sui colli circostanti, il ristorante “Rinuccio 1180”.






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